24 May Eleonora Brizi on Forbes
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Federico Morgantini interviews Eleonora Brizi, critic and curator of Crypto Art, about NFT artworks and the boom of crypto artists.
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Federico Morgantini intervista Eleonora Brizi, critica e curatrice di Crypto Art, sulle opere d’arte NFT e il boom dei crypto artisti.
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F.M .: Eleonora I would like to start with a reflection. During the many in-depth meetings that I have had the pleasure of organizing on the subject of Blockchain, I have always found a predominance of male names, while what you want to tell us today is a new story, a reversal of which this technology, in the world of art, it has become a precious vehicle and tool.
E.B .: I find this clarification really interesting. In fact, thanks to the possibility of maintaining anonymity, Blockchain technology has recorded a considerable increase in the presence of women in the world of art and, specifically, in Crypto Art. We women have the task of assuming this responsibility as ours and bringing forward this commitment.
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F.M.: Eleonora vorrei iniziare con una riflessione. Nel corso dei molteplici incontri di approfondimento che ho avuto il piacere di organizzare sul tema della Blockchain, ho sempre riscontrato una predominanza di nomi maschili, mentre quella che oggi vuoi raccontarci è una storia nuova, un’inversione di rotta di cui proprio questa tecnologia, nel mondo dell’arte, si è resa veicolo e strumento prezioso.
E.B.: Trovo sia davvero interessante questa puntualizzazione. In effetti la tecnologia Blockchain, grazie alla possibilità di mantenere l’anonimato, ha registrato un considerevole aumento della presenza femminile nel mondo dell’arte e, nello specifico, nella Crypto Art. A noi donne il compito di assumere questa responsabilità come nostra e portare avanti questo impegno.
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F.M .: Going through your history and your experiences, what I want to ask you is: how did you arrive to Crypto Art?
E.B .: My story begins in 2012 in China. Graduated in Asian languages and civilizations, I embarked on my first professional experience as assistant to the artist Ai Weiwei, for four years, and to curator Jerome Sans, for two.
A turning point in my life was the meeting in France with the sculptor Wang Keping, whom I had the honor of interviewing, photographing and filming for two weeks in his studio in Paris. My thesis was the first monograph written about him, a member of the group “Stars”, the first Chinese contemporary art collective born in the late seventies. It is thanks to Wang Keping that I was introduced to Ai Weiwei, with a letter of introduction and a one-way ticket to Beijing.
Six years after my arrival in China, I felt the need to move towards a new reality. I chose to move to New York in 2018, where I had access to Blockchain technology and its application in the world of art. Here I learned of an emerging phenomenon of significant interest for the artistic landscape of the moment, Crypto Art, that is “art on Blockchain”, by participating in a conference at the National Art’s Club in Manhattan. What I hear there is shocking! Blockchain technology cuts through any intermediary: there are no more art galleries, curators, banks …
ITA
F.M.: Ripercorrendo la tua storia e le tue esperienze, quello che voglio chiederti è: come sei approdata alla Crypto Art?
E.B.: la mia storia ha inizio nel 2012 in Cina. Laureata in lingua e civiltà orientali, ho intrapreso la mia prima esperienza professionale come assistente dell’artista Ai Weiwei, per quattro anni, e del curatore Jerome Sans, per due.
A dare una svolta alla mia vita è stato l’incontro avvenuto in Francia con lo scultore Wang Keping, che ho avuto l’onore di intervistare, fotografare e filmare per due settimane nel suo studio di Parigi. La mia tesi è stata la prima monografia scritta su di lui, membro tra l’altro del gruppo “Le stelle”, primo collettivo di arte contemporanea cinese nato alla fine degli anni Settanta. È grazie a Wang Keping che sono stata introdotta ad Ai Weiwei, con una lettera di presentazione e un biglietto di sola andata per Pechino.
Trascorsi sei anni dal mio arrivo in Cina, ho sentito l’esigenza di muovermi verso una nuova realtà. Ho scelto di spostarmi a New York, nel 2018, dove ho avuto accesso alla tecnologia Blockchain e alla sua applicazione nel mondo dell’arte. Qui sono venuta a conoscenza di un fenomeno emergente e di rilevante interesse per il panorama artistico del momento, la Crypto Art, ossia “l’arte su Blockchain”, partecipando ad una conferenza al National Art’s Club di Manhattan. Quello che ascolto è sconvolgente! La tecnologia Blockchain taglia qualsiasi intermediario: non ci sono più gallerie d’arte, curatori, banche…
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F.M .: However, you teach me, in reality art curators are playing a fundamental role for Crypto Art.
E.B .: In reality, this is a fairly recent turnaround. In my first approaches to this reality I found strong resistance from the artists but, obviously, with the amplification of the phenomenon and an ever greater echo, even more traditional figures such as curators and galleries have found their place in the universe. Crypto, telling the stories of artists and art. I would say, therefore, that these initially forgotten figures have returned to play their precious role, even though they are aware of having to reinvent themselves and find their place in virtual space.
ITA
F.M.: Però, tu mi insegni, in realtà i curatori d’arte stanno avendo un ruolo fondamentale per la Crypto Art.
E.B.: In realtà si tratta di un’inversione di rotta abbastanza recente. Nei miei primi approcci a questa realtà ho trovato forti resistenze da parte degli artisti ma, ovviamente, con l’amplificarsi del fenomeno e un’eco sempre maggiore, anche figure più tradizionali quali i curatori e le gallerie hanno trovato il loro posto nell’universo Crypto, raccontando le storie degli artisti e dell’arte. Direi, quindi, che queste figure, inizialmente dimenticate, sono tornate a svolgere il loro ruolo prezioso, pur consapevoli di doversi reinventare e trovare il loro posto nello spazio virtuale.
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F.M .: New York has also seen the birth of your gallery …
E.B .: Yes, Breezy Art was born in 2018 following a chat with some members of the Crypto community, with unexpected implications. In fact, I found myself talking to them about a project based on Matt Furie’s comic, “Pepe the frog”, a collection of digital papers. It immediately arose spontaneously for me to ask if there was a catalog, documentation relating to the project and, as a response, I found myself working with them on the publication of what will later be called “The Rarest Book”, also tokenized on the Blockchain. With 1774 digital cards produced for the first time in 2016, this was the first art project on the Blockchain. The consecration comes in 2018, with the arrival of Rare Pepe in the world of auction houses, with the sale of Homer Pepe at an incredible $ 40,000 for those times.
This is where Breezy Art was born, with the intention of laying the foundations for a bridge between contemporary art, from which I came, and new technologies. Breezy Art is a gallery that has totally rethought its role, focusing exclusively on the curatorial aspect, organizing physical exhibitions and telling stories.
With my gallery I then landed, in 2019, in Miami, for CADAF – Digital Art Fair, the first entirely dedicated to digital art and Crypto.
2019 ends with my return to Italy and the organization of a small virtual exhibition with Hackatao, which we decide to call “Cr (y) ptaly”, precisely because it was born with the aim of probing the state of acceptance and participation of artists Italians to the world of Crypto art.
ITA
F.M.: New York ha anche visto la nascita della tua galleria…
E.B.: Sì, Breezy Art nasce nel 2018 a seguito di una chiacchierata con alcuni membri della community Crypto, dagli inaspettati risvolti. Mi sono infatti ritrovata a parlare con loro di un progetto tratto dal fumetto di Matt Furie, “Pepe the frog”, una raccolta di carte digitali. Da subito mi è sorto spontaneo chiedere se esistesse un catalogo, una documentazione relativa al progetto e, come risposta, mi sono trovata a lavorare con loro alla pubblicazione di quello che poi si chiamerà “The Rarest Book”, anch’esso tokenizzato su Blockchain. Con 1774 digital cards prodotte per la prima volta nel 2016, questo è stato il primo progetto d’arte sulla Blockchain. La consacrazione arriva nel 2018, con l’approdo di Rare Pepe nel mondo delle case d’asta, con la vendita di Homer Pepe all’incredibile cifra – per quei tempi – di 40.000 $.
Da qui nasce Breezy Art, con l’intento di gettare le basi per un ponte tra l’arte contemporanea, da cui provenivo, e le nuove tecnologie. Breezy Art è una galleria che ha totalmente ripensato il suo ruolo, concentrandosi esclusivamente sull’aspetto curatoriale, organizzando mostre fisiche e raccontando delle storie.
Con la mia galleria sono poi approdata, nel 2019, a Miami, per CADAF – Fiera dell’Arte Digitale, la prima dedicata interamente all’arte digitale e Crypto.
Il 2019 si conclude con il mio rientro in Italia e l’organizzazione di una piccola mostra virtuale con gli Hackatao, che decidiamo di chiamare “Cr(y)ptaly”, proprio perché nata allo scopo di sondare lo stato di recepimento e partecipazione degli artisti italiani al mondo dell’arte Crypto.
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F.M .: You mentioned the Hackatao, certainly among the most renowned artists at this time and promoters of a particular expressive choice, that is to maintain the physical canvas while also developing animations in augmented reality, tokenized on Blockchain and usable through a particular App available for electronic devices.
E.B .: Exactly. Our collaboration, which began in 2019, was particularly consolidated in the last year with the “Renaissance 2.02.0” exhibition, which I curated in Rome in October 2020 in the museums of the church of San Salvatore in Lauro.
F.M .: From there, further important collaborations followed, among which we cannot fail to mention “Promised Land”.
E.B .: This project, which was proposed to us by Alessandro Mescoli of the Crack space in Castel Nuovo Rangone in Modena, was an opportunity to make Guercino’s Mosè dialogue with a work by Hackatao specially created for the exhibition. It was a real challenge through the centuries, imagining the awakening of a Moses who, turning towards the Mediterranean, discovers that after three thousand years the migratory flows not only have never ended, but are even devoid of a guide. . The work that Hackatao creates is a siren that enchants migrants in search of their “Promised Land”. A “promise” that is realized, however, only for those who have already landed on dry land and not by those who are still traveling by sea and may never reach it.
The message we wanted to convey, this time removed from any reference to Blockchain and Crypto Art, is that art constantly changes in its languages, but his voice never changes.
ITA
F.M.: Hai citato gli Hackatao, certamente tra gli artisti più rinomati in questo momento e promotori di una particolare scelta espressiva, ossia di mantenere la tela fisica sviluppando al contempo anche animazioni in realtà aumentata, tokenizzate su Blockchain e fruibili attraverso una particolare App disponibile per device elettronici.
E.B.: Esattamente. La nostra collaborazione, iniziata già nel 2019, si è consolidata particolarmente nell’ultimo anno con la mostra “Renaissance 2.02.0”, che ho curato a Roma ad ottobre 2020 nei musei della chiesa di San Salvatore in Lauro.
F.M.: Da lì sono seguite ulteriori importanti collaborazioni, tra le quali non possiamo non ricordare “Promised Land”.
E.B.: Questo progetto, che ci è stato proposto da Alessandro Mescoli dello spazio Crack di Castel Nuovo Rangone a Modena, è stata l’occasione per far dialogare il Mosè del Guercino con un’opera di Hackatao appositamente creata per la mostra. Si è trattato di una vera e propria sfida attraverso i secoli, immaginando il risveglio di un Mosè che, volgendosi verso il Mediterraneo, scopre che a distanza di tremila anni i flussi migratori non solo non sono mai terminati, ma addirittura sono privi di una guida. L’opera che Hackatao crea è una sirena che incanta i migranti alla ricerca della loro “Terra Promessa”. Una “promessa” che si realizza però solo per coloro i quali sono già approdati sulla terra ferma e non già da chi è ancora in viaggio per mare e potrebbe non raggiungerla mai.
Il messaggio che abbiamo voluto trasmettere, stavolta avulso da qualsiasi riferimento alla Blockchain e alla Crypto Art, è che l’arte muta costantemente nei suoi linguaggi, ma la sua voce non cambia mai.
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F.M .: I still have a question for you. Can you tell us about your collaboration as CAO – Chief Artistic Officer at the Italian startup Reasoned Art?
E.B .: I was contacted by the founder and co-founder of Reasoned Art (Giulio Bozzo and Andrea Marec) and I immediately saw enormous potential in their curating project. From the first moment it became clear to me that it would be something totally different from the other digital art and Crypto marketplaces, that is the tool to create that bridge between art and new technologies I was talking about. The startup, in fact, will not only have a virtual gallery, but will also curate physical exhibitions, creating a new collection that accompanies artists and collectors to the world of the Blockchain.
It will be about art, curatorship, contents, a manifesto will be created and Crypto Art will be considered for what it actually is: an artistic movement.
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F.M.: Ho ancora una domanda per te. Puoi parlarci della tua collaborazione come CAO – Chief Artistic Officer presso la startup italiana Reasoned Art?
E.B.: Sono stata contattata dal fondatore e co-fondatore di Reasoned Art (Giulio Bozzo e Andrea Marec) e da subito ho intravisto un’enorme potenzialità nel loro progetto di curatela. Sin dal primo momento mi è apparso evidente che sarebbe stato qualcosa di totalmente diverso dagli altri marketplace di arte digitale e Crypto, ossia lo strumento per creare quel ponte tra arte e nuove tecnologie di cui parlavo. La startup, infatti, non avrà solo una galleria virtuale, ma curerà anche mostre fisiche, creando un nuovo collezionismo che accompagni artisti e collezionisti verso il mondo della Blockchain.
Si tratterà di arte, curatela, contenuti, si creerà un manifesto e si considererà la Crypto Art per quello che in effetti è: un movimento artistico.